LETTURA SILLABATA
Quando il bambino approccia la lettura della parola, gli viene richiesto di fondere le sillabe.
Così egli scopre le parole: es. ME-LA = MELA.
In questa prima fase di LETTURA PER SCOPERTA, la lettura ME-LA e MELA possono coesistere.
In seguito, con la lettura delle frasi o testi, se il bambino non dovesse riuscire ad acquisire subito la FUSIONE DELLA PAROLA, dovrà leggere sillabando.
La SILLABAZIONE rappresenta una fase della lettura, non bisogna demonizzarla perché è funzionale.
Nel leggere ad esempio la frase “MARA LAVA LE MELE”, il bambino:
- dovrà leggere MA-RA LA-VA LE ME-LE
- non dovrà, invece, leggere (MA-RA) MARA (LA-VA) LAVA LE (ME-LE) MELE.
Così facendo si creerà una doppia lettura. Il bambino leggerà due volte la stessa parola, una in mente e una a voce, e perdipiù ad intermittenza (a singhiozzo). Questa tecnica frammenta la frase e porta il bambino a concentrarsi solo sulla decifrazione delle singole parole.
Questo modo erroneo, inficerà la comprensione della frase e del testo perché il bambino continuerà a preoccuparsi semplicemente di elencare le parole che compongono la frase.
Occorre spiegare al bambino (e anche ai genitori) che con la sillabazione si apprende a leggere bene.
L’insegnante potrà mettere in evidenza ai bambini la giusta tecnica di lettura leggendo due volte una breve storia: una prima volta sillabando e una seconda volta a singhiozzo. Poi potrà chiedere ai bambini con quale modalità di lettura è stato più facile ascoltare e capire la storia. È molto probabile che essi opteranno per la prima.
Per supportare la lettura sillabata l’insegnante può:
apporre archetti sulle sillabe (vedi allegati sezione materiali)
evidenziare la sillabazione scrivendo frasi o semplici storie con il distanziamento delle sillabe che compongono le parole (vedi allegati sezione materiali )
proporre inizialmente frasi semplici che non contengano strutture fonologiche complesse.
25-11-2025 Ins. Annamaria Villano
L'APPRENDIMENTO DELLA LETTO-SCRITTURA: perché tante difficoltà?
L’apprendimento della letto-scrittura rappresenta per il bambino una conquista tanto anelata per sentirsi finalmente “grande”.
Tanto è forte il desiderio di leggere e scrivere che molti bambini impegnati nei primi giorni di scuola in attività di accoglienza con canti, colorazione ed attività ludiche, affermano che si annoiano o richiedono espressamente agli insegnanti: “Quando scriviamo?”.
Non per tutti i bambini però il percorso dell’apprendimento della letto-scrittura si presenta agevole e privo di asperità.
Un numero sempre crescente di bambini incontra difficoltà nell’approccio alla letto-scrittura.
Quali potrebbero essere le cause?
1. L’anticipo della frequenza della prima classe della Scuola Primaria? I bambini spesso o su richiesta dei genitori o su consiglio degli insegnanti della scuola dell’infanzia anticipano la frequenza della prima classe, solo perché hanno delle buone competenze linguistiche e sono “svegli”; non vengono valutate tante altre e fondamentali abilità. In passato l’anticipo della frequenza della prima classe era una prassi abbastanza diffusa: la cosiddetta “Primina”. È probabile che l’anticipo non creava particolari difficoltà perché il programma scolastico non era impegnativo come quello odierno. Basti pensare che il bambino approcciava la letto-scrittura con aste e cerchietti, oggi nei primi giorni di scuola, spesso, già gli viene richiesto di copiare dalla lavagna la data o la consegna dell’attività. Prima, nonostante l’anticipo, i tempi distesi ed i ritmi più lenti avvicinavano maggiormente il bambino ai ritmi naturali di sviluppo.
2. La mancanza di prerequisiti per l’accesso alla Scuola Primaria? Non sempre la scuola dell’infanzia, per svariate ragioni, riesce ad “equipaggiare” il bambino con gli strumenti necessari per il viaggio che lo attende. I neoalunni molto spesso sono deficitari delle abilità metafonologiche, funzioni esecutive, coordinazione oculo-manuale, discriminazione visiva-uditiva e numerose altre abilità. Queste competenze sono indispensabili per poter affrontare il nuovo grado scolastico con serenità e entusiasmo.
3. La precocizzazione della scrittura? Spesso nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia viene dedicato molto tempo all’aspetto grafo-motorio. Questa tendenza nasconde insidie: la precocizzazione della scrittura crea l’errata acquisizione dei percorsi grafici delle lettere e demotiva il bambino (spesso egli non vuole andare più a scuola perché gli viene imposto il lavoro a tavolino).
Inoltre, spesso il bambino acquisisce una impugnatura disfunzionale del mezzo grafico che si stabilizza prima dell’ingresso nella scuola primaria e per essere corretta necessita di percorsi rieducativi.
4. La mancanza di autonomia, capacità di ascolto e la capacità di seguire istruzioni o autoistruzioni? I bambini oggi non hanno una buona autonomia forse perché si tende ad assisterli (anche per la mancanza di tempo da parte dei genitori) e a soddisfare bisogni ancor prima che si manifestino. La capacità di ascolto, in passato, veniva inconsapevolmente potenziata attraverso l’oralità dalla società e dalla famiglia, mentre oggi viviamo la società della multimedialità. L’autonomia, l’ascolto e seguire le istruzioni (caratteristica dell’apprendimento formale) sono determinanti per un sereno approccio alla scuola primaria. Si consideri che già dai primi giorni di frequenza il bambino deve ascoltare l’insegnante, deve gestire il materiale scolastico tra penne, matite e altro, deve destreggiarsi tra i vari quaderni e libri delle discipline.
5. L’impiego di metodi pseudo sillabici o fonosillabici? Anche se il metodo globale per l’apprendimento della letto-scrittura è stato “bandito”, alcuni insegnanti, pur proponendo il metodo sillabico o fonosillabico, riscontrano tante difficoltà negli alunni. Alcuni studiosi hanno riscontrato nei libri di testo la non corrispondenza tra il metodo sillabico o fonosillabico e le attività presentate: ad es. completare o leggere parole contenenti lettere o suoni che il bambino ancora non ha studiato, afferisce al metodo globale.
6. La presentazione delle lettere nei quattro caratteri di scrittura? Questa è una tendenza riscontrabile in particolare in alcune regioni. La presentazione contemporanea dei quattro caratteri crea ulteriori difficoltà perché il bambino deve fronteggiare più criticità. Invece, utilizzare solo lo stampato maiuscolo consente al bambino di concentrarsi sugli elementi costruttivi della produzione scritta e della lettura.
7. L’isolamento della scuola dal mondo della ricerca? Purtroppo la scuola sembra naufragare senza approdo perché non beneficia dei risultati degli studi delle neuroscienze, dell’università e della ricerca in generale. Gli insegnanti, tranne nelle belle realtà dove le scuole progettano itinerari didattico-educativi in collaborazione con l’università, sembrano procedere attraverso la strategia “Ho sempre fatto così”. É vero che negli ultimi anni il MIUR ha dato un forte impulso alla formazione, ma quella specifica o meglio disciplinare non viene contemplata.
Gli insegnanti partecipano a formazioni su tematiche generali (negli ultimi tempi va per la maggiore “La didattica digitale”) ma non sono coinvolti in tematiche quali l’apprendimento della letto-scrittura e altre tematiche disciplinari. Tuttavia possiamo annoverare i casi positivi di alcune casi editrici e di enti di formazione che erogano dei validi corsi. Inoltre, l’AID (Associazione Italiana Dislessia), con il suo corso “Dislessia amica” e le sue numerose attività, ha dato un considerevole apporto alla tematica oggetto di questo articolo.
8. Difficoltà oggettive non riconosciute dai genitori? Spesso già durante la frequenza della scuola dell’infanzia alcuni bambini (non solo diversamente abili) presentano difficoltà, che pur segnalate dalle insegnanti, non vengono accettate dai genitori (disturbi del linguaggio, difficoltà della motricità fine e globale, ecc.). Durante lo sviluppo alcuni bambini presentano difficoltà transitorie che adeguatamente compensate consentono loro d’intraprendere il nuovo percorso con motivazione e serenità. Contrariamente, il bambino incontrando difficoltà può perdere la fiducia in se stesso e sviluppare l’impotenza appresa o l’iperattività o tanto altro.
Intervenendo precocemente si può incidere positivamente sulla traiettoria evolutiva dello sviluppo del bambino.
Ins. Annamaria Villano
LA SCRITTURA SPONTANEA
LA SCRITTURA SPONTANEA
Il bambino, durante la frequenza della scuola dell’infanzia, spinto da un forte desiderio di scrivere, produce autonomamente parole. Queste spesso vanno a identificare gli elementi di un suo disegno.
Il bambino non descrive solo oralmente il contenuto del disegno ma ne etichetta gli elementi scrivendo parole o addirittura frasi.
Queste produzioni spontanee ci forniscono delle informazioni importanti sul livello di concettualizzazione che il bambino ha della lingua scritta. Le ricercatrici argentine Ferreiro e Teberosky, agli inizi degli anni '80, hanno identificato delle fasi nell’acquisizione della lingua scritta (consiglio di approfondire sul web).
Per l’insegnante della prima primaria o per un insegnante che deve affiancare un bambino con difficoltà nella letto-scrittura, conoscere il livello di concettualizzazione della lingua scritta dei propri alunni consente di organizzare il lavoro didattico secondo i loro bisogni educativi.
Pertanto gli esperti consigliano, nella prima settimana di frequenza della classe prima, di proporre le seguenti prove di produzione spontanea: disegno libero, scrittura spontanea su immagini, scrittura sotto dettatura (prove già strutturate da ricercare sul web).
Tuttavia, sappiamo bene che le prove d’ingresso (ormai prove comuni d’ingresso) presenti nei libri o sul web non prevedono l’espletamento di prove di scrittura spontanea.
Se proprio non riusciamo a proporre le prove di scrittura spontanea suindicate, consiglierei di proporre semplicemente un disegno libero. A lavoro finito chiedere al bambino di scrivere qualche parola accanto a ciò che ha disegnato.
Che cosa ci dirà questa prova? Sì, la prova ci parla!
Innanzitutto, questa prova mostrerà con forte evidenza l’eterogeneità della classe e ci darà informazioni sugli aspetti fonologici, grafo-motori, emotivi e tanto altro.
Scopriremo:
bambini che già hanno paura di sbagliare e quindi non disegnano;
bambini che dichiarano di non sapere scrivere nulla;
bambini che disegnano malvolentieri;
bambini che producono disegni molto semplici per la loro età e presentano figure raggiate;
bambini che non colorano perché si affaticano molto disegnando.
bambini che sono in grado di scrivere correttamente parole bisillabe e trisillabe piane;
bambini che scrivono parole con suoni difficili;
bambini che scrivono omettendo solo delle lettere;
bambini che producono parole corrette ma con evidenti difficoltà grafo-motorie;
bambini che disegnano bene ma non scrivono nulla;
Potremmo continuare ancora ad elencare numerosi aspetti.
A volte capita che noi insegnanti, all’inizio di un percorso di apprendimento della letto-scrittura, ci soffermiamo a osservare prevalentemente l’aspetto grafo-motorio trascurando gli ASPETTI METAFONOLOGICI ed EMOTIVI.
I bambini che non scrivono nulla o poco pertinente, è molto probabile che non riescano a giocare oralmente con le parole: riconoscere la sillaba iniziale di una parola, quella finale, ricomporre una parola sillabata, fare rime e tanto altro. Queste attività di CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA globale sono alla base dell’apprendimento della letto-scrittura. Questi bambini necessitano di un TRAINING METAFONOLOGICO, prima di essere esposti all’insegnamento formale della letto-scrittura. Se non interveniamo tempestivamente, adottando anche metodi e strategie inclusive, “perderemo” presto questi bambini. Già alla fine di Ottobre alcuni di essi mostreranno ritrosia a entrare a scuola, lamenteranno di mal di pancia mattutini, cambieranno l’espressione e la mimica facciale, assumeranno una postura a riccio. Questo sarà solo l’inizio del loro declino.
Le immagini mostrano una prova di scrittura spontanea eseguita da bambini della classe prima durante la prima settimana di frequenza.
11/09/2024 Annamaria Villano
LE VOCALI : mese di Ottobre
LE VOCALI: mese di Ottobre
In questo periodo della frequenza della prima classe, l’insegnante già riscontra ritmi diversi di apprendimento dei bambini.
In prima Primaria i bambini arrivano con un bagaglio di competenze spesso molto diversi:
bambini che già sanno leggere e scrivere
bambini che riconoscono poche lettere in stampato maiuscolo
bambini stranieri che non conoscono la lingua italiana
e altri casi…..
Premesso ciò, condivido alcune riflessioni sull’acquisizione delle vocali.
Nel nostro sistema alfabetico le vocali rappresentano i cinque suoni capaci di autonomia sillabica: lettere propriamente sonore, perché articolabili senza che nessun ostacolo condizioni il passaggio della voce nella cavità orale. All’opposto, le consonanti rappresentano suoni articolati col canale fonatorio chiuso (occlusive) o semichiuso (costrittive) e perciò incapaci di autonomia sillabica: si dicono “consonanti” proprio perché devono, nella pronuncia, “suonare insieme” con le vocali.
Ne deriva che qualora l’alunno incontrasse difficoltà nell’apprendimento delle cinque vocali, confondendole nella lettura o non ricordandone l’esatta grafia, l’insegnante non dovrà procedere con la presentazione delle consonanti, perché questo renderebbe oltremodo difficile al bambino la giusta acquisizione delle sillabe e poi delle parole.
Qualche pericolo nasconde anche la situazione opposta: quella in cui l’alunno non sembra incontrare alcuna difficoltà nello studio delle vocali.
Soddisfatto dei risultati raggiunti, l’insegnante potrebbe infatti decidere di “saltare” allo studio delle consonanti, impedendo al bambino di consolidarle adeguatamente.
Inoltre, nella fase iniziale, la spontanea “ricettività” dell’alunno dovrà essere comunque sfruttata come incentivo motivazionale allo studio e sviluppo del senso di autoefficacia.
L’insegnante spesso dedica la maggior parte del tempo alla cura del gesto grafico delle vocali e meno tempo alle attività di consapevolezza fonologica che sono alla base della lettura e, in particolare, alla produzione scritta.
Con l’approccio alla letto-scrittura l’insegnante dovrà lavorare sul consolidamento della consapevolezza fonologica globale (vedi articoli precedenti) e introdurre il bambino alla CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA ANALITICA che gli consente di costruire i pilastri, la base su cui poter edificare una solida produzione scritta.
Oltre alle consuete attività di scrittura e riconoscimento dei grafemi delle vocali, riconoscimento della vocale iniziale, lettura di vocali, il bambino dovrebbe svolgere attività di:
lettura dei suoni vocalici
serialità da sinistra a destra (con stringhe di immagini, vocali e suoni vocalici), per potenziare il senso della lettura e il portare il segno;
riconoscimento delle vocali a fine parola e all’interno delle parole (vedi schede allegate);
ascolto e scrivo di vocali e suoni vocalici (es.1 I-E-O-EO-O-E-OE-I-O-IO-O-I-OI es.2 A-I-IA-AI-A-E-AE-EA-A-O-AO-OA-A-U-UA-AU….)
Processare oralmente parole (inizialmente proporre semplici parole bisillabe piane) consente al bambino di mappare i suoni che le costituiscono.
Acquisendo progressivamente la consapevolezza fonologica analitica il bambino potrà affrontare poi, serenamente, le attività di produzione scritta.
Se non curiamo questo aspetto già con le vocali, in particolare gli alunni che fanno fatica nell’apprendimento, è probabile che incorreranno in errori di omissione di fonemi nell’approcciare la produzione di parole.
Spesso noi insegnanti riscontriamo già dopo la presentazione delle vocali bambini “dispersi”.
Pertanto, dovremmo lavorare con strategie inclusive che consentano agli alunni in difficoltà di rimanere, il più a lungo possibile, agganciati alla classe.
Non dimentichiamo che l’inclusività consiste fondamentalmente nelle metodologie e strategie didattiche adottate dall’insegnante.
Gran parte delle riflessioni di questo articolo sono tratte dalla guida didattica di “EVVIVA! Leggo e scrivo anch’io con il metodo fono-sillabico Villano” di prossima pubblicazione.
21-10-2023 Ins. Annamaria Villano
PRODUZIONE SCRITTA: un bambino non impara a scrivere per magia (consapevolezza analitica o fonemica)
Noi insegnanti, nella nostra prassi didattica non sempre rispettiamo tutte le fasi che consentono al bambino di acquisire la letto‐scrittura.
A volte richiediamo ai piccoli di scrivere parole senza aver stimolato adeguatamente le abilità alla base della produzione scritta: un bambino non impara a scrivere per magia.
Tra le abilità alla base dell’acquisizione della produzione scritta è di fondamentale importanza la consapevolezza analitica o fonemica
La consapevolezza FONOLOGICA ANALITICA O FONEMICA (vedi anche slide nella sezione AUTOFORMAZIONE) si sviluppa come parte del processo di apprendimento della lingua scritta. Essa attiene alla struttura fonologica del linguaggio, inizia a svilupparsi nei primi due anni della frequenza della scuola primaria.
ATTENZIONE! La consapevolezza fonologica analitica non si sviluppa spontaneamente come quella globale, ma è un prodotto dell’insegnamento formale (intenzionale).
Il bambino alla scuola dell’Infanzia e all’inizio della scuola Primaria opera oralmente una manipolazione sillabica del linguaggio, poi, per poter scrivere parole, manipola la struttura profonda del linguaggio cioè unità linguistiche molto piccole: i FONEMI.
La competenza fonologica analitica comprende:
1. Identificazione del fonema iniziale
2. Classificazione su fonema iniziale
LINK GIOCHI:
3. Segmentazione fonemica (il processo inverso alla fusione fonemica: dalla parola globale alla parola segmentata in fonemi singoli; es. MELA diventa M‐E‐L‐A)
LINK GIOCHI:
https://wordwall.net/it/resource/6556097/cmf‐segmentazione
SEGMENTAZIONE FONEMICA ‐ Ruota della fortuna (wordwall.net)
https://wordwall.net/it/resource/13157005/segmentazione
Nella produzione di sillabe e parole il bambino deve operare con un processo inverso rispetto a quello della FUSIONE SILLABICA (acquisita con grande impiego di risorse cognitive).
Egli per poter leggere ha imparato a fondere i suoni, FUSIONE SILLABICA (es ME‐LA), contrariamente per poter produrre parole deve imparare ad isolare i suoni, SEGMENTAZIONE FONEMICA (es M‐E‐L‐A).
Quest’ultima abilità è fondamentale per scrivere sillabe e poi parole.
Nelle prime fasi di acquisizione della PRODUZIONE SCRITTA è consigliabile curare molto la SEGMENTAZIONE
FONEMICA perché inizialmente il bambino opera una segmentazione di sillabe, parole bisillabe piane, trisillabe piane, quindi con parole con una struttura semplice. In seguito avendo già acquisito quest’abilità avrà meno difficoltà nella produrre di parole con suoni complessi dovendo affrontare meno criticità.
Vengono suggeriti giochi on‐line perché l’insegnante ha più facilità nel proporli e tuti gli alunni contemporaneamente possono essere coinvolti (inclusività) nell’attività (per approfondimenti vedi bibliografia)
4. Fusione o sintesi fonemica (riconoscere una parola a partire dai fonemi costituenti; es. M‐E‐L‐A diventa MELA)
LINK GIOCHI:
https://wordwall.net/it/resource/26583350/fusione‐fonemica
5. Delezione del fonema iniziale o finale della parola (es. MELA diventa ELA)
6. Produzione di parole in rima (es. banana fa rima con collana)
7. Inversione del fonema iniziale tra parole (spoonerismo: es. DUNA e LENTE diventano LUNA e DENTE)
8. Fluenza fonemica (trovare parole che iniziano con un dato fonema)
Troviamo anche nei nostri libri di testo o eserciziari alcune attività presentate fin qui.
A volte ci sfugge che afferiscono alla consapevolezza fonologica analitica o fonemica.
Tuttavia, per esigenze editoriali, i libri non comprendono tuti gli aspetti della consapevolezza fonologica.
Ins. Annamaria Villano
BIBLIOGRAFIA
A.A. V.V. (2008), CMF Valutazione delle competenze metafonologiche, Trento,Erickson
Angela Sivestri (2016) Laboratorio meta fonologia. Giochi e attività per l’avviamento alla letto-scrittura, Trento, Erickson
CALVANI A. – VENTRIGLIA L. (2017), Insegnare a leggere ai bambini. Gli errori da evitare, Roma, Carocci Faber
DEHAENE S. (2007), I neuroni della lettura, Milano, Raffaello Cortina Editore
FEDRIGO G. (2015) La casa dei suoni e delle parole. Percorsi di recupero e potenziamento delle abilità fonologiche e metafonologiche, Trento, Erickson
SILVESTRI A. (2016), Laboratorio metafonologia, Trento, Erickson
GRIGLIE SILLABICHE E/O FONEMICHE: difficoltà nella produzione scritta di sillabe e parole.
GRIGLIE SILLABICHE E/O FONEMICHE: difficoltà nella produzione scritta di sillabe e parole.
Quando un bambino della prima classe della scuola Primaria deve approcciare la scrittura, noi insegnanti ci poniamo tanti interrogativi, principalmente sugli ausili, supporti e font di scrittura da proporre:
quadernone o quadernino?
quadrettone, quadrettino o righe?
penna o matita?
quattro caratteri o stampato maiuscolo?
Questi interrogativi evidenziano esclusivamente aspetti grafo-motori della scrittura.
Così, una volta superata questa prima fase decisionale, ci tranquillizziamo e “partiamo” con la presentazione delle vocali.
Tuttavia, non sempre, poi, diamo importanza agli interrogativi che nascono nelle fasi successive del percorso dell’apprendimento della scrittura, quali:
con quale ordine è preferibile presentare le consonanti?
perché “Matteo” sa leggere bene ma compie tanti errori nella produzione scritta? Come posso aiutarlo? Ecc..
Quando i nostri alunni nelle fasi iniziali della produzione scritta non scrivono negli spazi giusti li supportiamo colorando le righe o fornendo agli alunni con evidenti difficoltà quaderni già stampati con lo spazio grafico colorato; ben venga tutto ciò.
Diversamente, se un bambino nella produzione scritta omette lettere o sillabe, a volte, procediamo senza dare il giusto peso a queste difficoltà che riguardano invece quello che è l’aspetto costruttivo della produzione scritta. E’ vero che alcuni alunni superano spontaneamente le suddette difficoltà, ma tanti altri o impiegano molto tempo a superarle o non le superano affatto.
Inizialmente, nella produzione di sillabe, parole bisillabiche o trisillabiche, il bambino tende ad omettere le consonanti o le vocali (capita meno che ometta le vocali perché lettere sonore) o sillabe nelle parole trisillabiche (capita più frequentemente che ometta la sillaba intermedia).
Come supportare il bambino quando presenta difficoltà nella produzione scritta di sillabe e parole?
Si consiglia di intensificare:
esercizi di consapevolezza fonologica globale e analitica
esercizi di completamento di sillabe con vocali o consonanti (anche con tessere per esercizi manipolativi e giochi on-line);
esercizi di completamento di parole con vocali, consonanti o sillabe (anche con tessere per esercizi manipolativi e giochi on-line);
utilizzo di griglie sillabiche e/o fonemiche
L’utilizzo di griglie fonemiche e/o sillabiche supporta il bambino:
nella percezione della lunghezza della sillaba e parola;
nella comprensione della struttura di sillabe e parole;
nell’osservazione della omissione di lettere o sillabe perché i riquadri o alcuni trattini risultano vuoti. Questa evidenza percettiva dell’errore consente di riflettere maggiormente su di esso e in caso di lievi difficoltà di recuperare consapevolmente l’errore in tempi brevi.
1.Per la PRODUZIONE DI SILLABE possono essere d’aiuto i prompt come:
- griglie fonemiche (prima/dopo o celle colorate diversamente per consonante e vocali)
- trattini (monocolore o bicolore per consonante e vocale).
È possibile scaricare gratuitamente, alla sezione MATERIALE di questo sito, varie tipologie di griglie concepite secondo il principio dell’attenuazione dell’aiuto.
2. Per la PRODUZIONE DI PAROLE possono essere d’aiuto i prompt come:
- griglie sillabiche o fonemiche e/o trattini monocolore o bicolore per consonante vocale.
È possibile scaricare gratuitamente, alla sezione MATERIALE di questo sito, varie tipologie di griglie concepite secondo il principio dell’attenuazione dell’aiuto.
Le griglie sono adeguate agli errori di:
omissione di sillabe
omissione di lettere
omissione di lettere e sillabe
Per i bambini con grandi difficoltà grafo-motorie si consiglia di far posizionare (manipolazione) sulle griglie, caratteri mobili o tessere di lettere o sillabe.
Le griglie proposte possono essere utilizzate anche nella prima fase della produzione scritta per facilitare l'apprendimento e per prevenire o meglio attenuare le difficoltà che possono emergere.
Ins. Annamaria Villano
GENNAIO CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA: difficoltà nella letto-scrittura (consapevolezza fonologica globale o sillabica)
GENNAIO CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA: difficoltà nella letto-scrittura.
Con il rientro dalle vacanze natalizie gli alunni saranno nuovamente impegnati nel percorrere la strada verso l’apprendimento della letto-scrittura. Come evidenziato nell'articolo "L'apprendimento della letto scrittura: perchè tante difficoltà?", per alcuni bambini la strada presenta delle asperità.
In questo periodo dell’anno scolastico si manifesta, con maggiore evidenza, la diversità del livello di apprendimento dei bambini.
Come può intervenire l’insegnante per rendere il percorso verso l’apprendimento della letto-scrittura più agevole e “sopportabile”?
E' preferibile:
continuare il lavoro con gli esercizi di consapevolezza fonologica globale o sillabica (vedi sezione AUTOFORMAZIONE: La consapevolezza fonologica globale o sillabica) progettando un intervento di potenziamento (anche di soli 15 minuti) da proporre ogni giorno;
somministrare, a fine gennaio, il dettato delle 16 parole (consulta la sezione AUTOFORMAZIONE), predisposto dal prof.Giacomo Stella e dai suoi collaboratori. Per approfondimenti e istruzioni sulle modalità di somministrazione ricercare sul web.
Il dettato consente:
di verificare l'automatizzazione della fase alfabetica (parole bisillabe e trisillabe in cui si alternano CVCV, gruppi consonantici omosillabici ed eterosillabici);
di effettuare uno screening di primo livello quindi una mappatura dei livelli di apprendimento della classe e il rilevamento di segnali predittivi le difficoltà scolastiche (il dettato non ha assolutamente uno scopo diagnostico);
di intervenire tempestivamente, attraverso attività specifiche , per favorire la compensazione delle difficoltà.
A maggio sarà effettuato un secondo dettato per valutarne i miglioramenti.
Le statistiche evidenziano che alla fine della seconda classe della scuola primaria il 20% degli alunni presenta difficoltà scolastiche di cui solo il 3-4% si riferisce a casi di DSA.
Ins. Annamaria Villano
Scelta del LIBRO DI TESTO d'italiano per la futura PRIMA: STAMPATO MAIUSCOLO o 4 CARATTERI? I PARTE
In questo periodo dell’anno scolastico, molti di noi insegnanti della scuola primaria sono impegnati nella scelta del libro di testo per i piccoli che il prossimo anno scolastico frequenteranno la PRIMA classe.
Scegliere un libro che presenta inizialmente solo lo STAMPATO MAIUSCOLO significa:
1. DIMOSTRARE di aver recepito le DIRETTIVE MINISTERIALI.
Nuove indicazioni per il curricolo (2012): “Per la scuola primaria prevedono l'utilizzo solo dello stampato maiuscolo almeno per quasi tutto il primo quadrimestre…”
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento allegate al decreto ministeriale 12 luglio 2011: In ogni caso, qualunque metodo si adotti, sarebbe auspicabile iniziare con lo stampato maiuscolo, la forma di scrittura percettivamente più semplice, in quanto essa è articolata su una sola banda spaziale delimitata da due sole linee (scrittura bilineare)… Si dovrebbe poi evitare di presentare al bambino una medesima lettera espressa graficamente in più caratteri (stampato minuscolo, stampato maiuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo), ma è opportuno soffermarsi su una soltanto di queste modalità fino a che l'alunno non abbia acquisito una sicura e stabile rappresentazione mentale della forma di quella lettera .
Tante altre sono le direttive ministeriali che fanno riferimento all’importanza dell’utilizzo dello stampato maiuscolo all’inizio della classe Prima Primaria.
2. DIMOSTRARE di conoscere le CARATTERISTICHE DEI FONT di scrittura
STAMPATO MAIUSCOLO: Font grande e semplice. Le lettere sono composte esclusivamente da linee verticali, orizzontali, oblique e da linee aperte e chiuse. Richiede meno impegno percettivo (altezza/lunghezza, destra/sinistra, sopra/sotto) perché le lettere occupano tutte lo stesso spazio. I tratti distintivi delle lettere si orientano tutti a destra. Grande vantaggio: Le lettere in stampato maiuscolo essendo staccate l’una dall’altra, favoriscono la segmentazione fonemica, importante per la produzione scritta.
STAMPATO MINUSCOLO: Richiede notevole impegno percettivo perché le lettere presentano notevoli differenze nella forma e nello spazio che occupano; lungo/corto (m/n), davanti/dietro (b/d), alto/basso (a/d) e sopra/sotto (q/b)..(vedi anche punto 10).
CORSIVO: è un carattere continuo complesso per la forma, la spazialità e per il collegamento tra le lettere.
3. RISPETTARE tutti i bambini che accoglieremo e che ci saranno affidati.
Noi insegnanti non possiamo ignorare che nella classe prima c’è sempre o quasi sempre una percentuale di alunni che presenta difficoltà nella letto-scrittura. Presentare i 4 caratteri significherebbe sovraccaricare cognitivamente questi bambini e non solo, creando loro ulteriori difficoltà.
4. INCLUDERE tutti gli alunni.
Per essere insegnanti inclusivi dobbiamo prevedere metodologie didattiche inclusive. Presentare inizialmente solo lo STAMPATO MAIUSCOLO significa appunto essere insegnanti inclusivi.
Inoltre, così operando, per i bambini che già dall’inizio della classe prima mostrano difficoltà, sarà più semplice rimanere “agganciati” alla classe.
5. NON TRASFORMARE in LAVORO GRAVOSO e per alcuni in un INCUBO quella che è una delle esperienze più esaltanti della vita: l’apprendimento della letto-scrittura.
Il bambino dovrebbe, anzi deve apprendere la letto-scrittura in modo sereno e motivante perché è all’inizio della prima che deve appassionarsi alla scrittura, alla
lettura ed in generale allo studio. Se creiamo ostacoli e difficoltà, egli vivrà la scuola come un lavoro pesante, frustrante e noioso. Perché complicargli la vita
scolastica e non, con una quantità enorme di lettere da apprendere contemporaneamente?
6. SODDISFARE le ASPETTATIVE e il DESIDERIO del bambino, senza trasformalo in un “amanuense”.
Se chiediamo ad un bambino della scuola dell’infanzia il perché vuole andare alla scuola primaria (da lui considerata scuola dei grandi) è molto probabile che ci risponderà: “Perché voglio imparare a scrivere”. Molti bambini, addirittura, non includono nella risposta la lettura, tal è il desiderio di acquisire il codice scritto per poter comunicare.
Se chiediamo ai neoalunni, dopo un mese di frequenza, se sono felici di essere in Prima, una parte di loro risponderà che non è contento perché “Si devono scrivere tante pagine di lettere”.
Pertanto, Il bambino con il suo ingresso nella Scuola Primaria, aspira a diventare scrittore e lettore, non “amanuense”. E’ essenziale che l’aspetto operativo e strumentale non impegni il bambini per molto tempo e ostacoli, quello specificatamente costruttivo della produzione scritta e della lettura. Se s’intraprende la strada dei quattro caratteri, l’insegnante non potrà curare l’aspetto fonologico, la fusione sillabica e tanto altro.
Diversamente, lo stampato maiuscolo consente al bambino di acquisire con sicurezza e motivazione la lettura e scrittura perché è un carattere già familiare. Dopo egli dovrà tradurre queste acquisizioni nei nuovi font che ha avrà appreso gradualmente solo come tecnica.
7. PROPORRE un lavoro graduale.
L’insegnante deve curare da subito l’acquisizione della scrittura autonoma di sillabe e parole bisillabe perché con il proseguire dei mesi il bambino dovrà approcciare parole con strutture fonologiche sempre più complesse. La presentazione dei 4 caratteri ritarda l’acquisizione graduale delle corrispondenze fonografiche per le ragioni appena esposte sopra.
8. LIMITARE la percentuale di alunni che presentano grafie illeggibili.
Presentare i 4 caratteri contemporaneamente non consente a noi insegnanti di curare minuziosamente il gesto grafico dei vari font.
Il corsivo, come già detto, è un carattere continuo, complesso per la spazialità e i collegamenti delle lettere, pertanto ha bisogno di mesi di lavoro tecnico per poter essere ben acquisito. Solo dopo il periodo di apprendistato potrà essere utilizzato correntemente per la produzione autonoma. Utilizzare i 4 caratteri significa non curarne bene alcuno e quindi contribuire a far crescere la percentuale degli alunni che arrivati in quinta presentano delle grafie illeggibili.
9. EVITARE di far scrivere lo stampato minuscolo
Il bambino dovrà apprendere il solo riconoscimento dello stampato minuscolo perchè funzionale alla lettura. Non deve essere proposto per la scrittura perché è un carattere che abbandonerà subito, non appena appreso (non gli verrà più richiesto).
28/04/2023 Ins. Annamaria Villano
Scelta del LIBRO DI TESTO d'italiano per la futura PRIMA: STAMPATO MAIUSCOLO o 4 CARATTERI? II PARTE
Scelta libri di testo d’italiano per la futura prima: STAMPATO MAIUSCOLO o 4 CARATTERI? PARTE II
Lo scorso anno ho pubblicato LA PARTE I sulla SCELTA DEL LIBRO DI TESTO per la futura PRIMA: “CARATTERE STAMPATO MAIUSCOLO o 4 CARATTERI?”.
A distanza di un anno, confermo quanto detto e continuo a riflettere e pormi degli interrogativi sulla scelta del libro di testo.
Forse molti di noi insegnanti ricordano che prima della legge n.170/2010 sui DSA e la D.M. del 27/12/2012 sui BES, i bambini che nell’approccio alla letto-scrittura incontravano difficoltà (anche quelli con quoziente intellettivo nella norma) molto spesso venivano indirizzati ad un percorso di certificazione ai sensi della legge n. 104/92.
Anch’io, in passato, in qualità d’insegnante di sostegno ho seguito molti bambini con ritardo nell’acquisizione della letto-scrittura.
Alcuni bambini, avendo il quoziente intellettivo nella norma (attuali DSA o BES), riuscivano a compensare le difficoltà e spesso veniva loro sospesa la certificazione.
La scuola oggi come supporta gli alunni con difficoltà nella letto-scrittura?
Se il bambino arriva nella prima classe già con la certificazione ai sensi della legge 104/92, egli sarà affiancato dall’insegnante di sostegno. Invece, se le difficoltà sono inattese e nascono con l’esposizione del bambino all’insegnamento formale della letto-scrittura, allora sarà l’INSEGNANTE DI CLASSE (e quando possibile supportato dal potenziamento didattico) a farsi carico di questi piccoli in attesa di capire la natura delle difficoltà.
In che modo l’insegnante di classe potrà aiutare questi alunni?
L’insegnante di classe potrà aiutarli prima ancora di conoscerli, scegliendo un testo che prevede la presentazione delle lettere e dei suoni in STAMPATO MAIUSCOLO.
Come anticipato sopra, le difficoltà spesso insorgono con l’esposizione dei bambini all’apprendimento formale della letto-scrittura, ovvero con l’ingresso nella scuola primaria. La scuola oggi, pur curando la transizione evolutiva al grado scolastico successivo ed essendo più esperta nel cogliere i segnali predittivi le difficoltà scolastiche, ancora non riesce a far fronte alle difficoltà nella letto-scrittura che i bambini incontrano con la frequenza della prima classe.
Le statistiche indicano che alla fine della seconda classe il 20% dei bambini ha difficoltà nella letto-scrittura e solo il 3-4% presenta un disturbo specifico dell’apprendimento. Presentare inizialmente solo lo stampato maiuscolo, come consigliato dagli esperti e dalla normativa vigente, sicuramente darà l’opportunità anche ai bambini che fanno fatica a rimanere agganciati alla classe.
All’insegnante non costa nulla procrastinare la presentazione degli altri caratteri, ma al bambino in difficoltà (e alla sua famiglia) costa la riuscita del percorso scolastico dell’intera vita. Se miniamo la base, il bambino non riuscirà a costruire le fondamenta e gli sarà precluso un sereno percorso scolastico. Insomma, abbiamo nelle nostre mani il suo futuro. È evidente che diversi bambini, già dopo due mesi di scuola, sono in stallo. Dopo le vacanze natalizie la classe ha ritmi di apprendimento con differenze ancora più marcate o risulta addirittura “spaccata”. Cioè, ci sono bambini che sanno leggere e scrivere e bambini che vivono una situazione di grande confusione e di forte disagio emotivo. Presentare inizialmente solo lo stampato maiuscolo limita molto le difficoltà degli alunni fragili. Inoltre i bambini che nonostante la suddetta scelta metodologica presentano difficoltà, ci inviano segnali più chiari di effettive difficoltà e non di difficoltà scaturite dalla mancanza di prerequisiti alla classe prima o da scelte metodologiche non adeguate ai loro bisogni educativi.
Dovremmo abbandonare il principio didattico” HO SEMPRE FATTO COSI’”.
Noi insegnanti dovremmo essere i “consumatori finali” della ricerca didattica e delle scoperte delle neuroscienze. Se continuiamo ad operare secondo il principio “Ho sempre fatto così”, rendiamo vana la ricerca e gli studi sulla tematica dell’apprendimento della letto-scrittura. Invito a riflettere su cosa sapevamo ieri e su cosa sappiamo oggi, grazie alla neuroimaging, su cosa succede nel nostro cervello mentre leggiamo e scriviamo.
Noi insegnanti ci lamentiamo spesso dell’inadeguatezza della normativa, tuttavia nella fattispecie anche la normativa ha già provveduto ad illuminarci.
Vorrei concludere ribadendo che L’INCLUSIVITA’ si basa su STRATEGIE DIDATTICHE “INCLUSIVE”.
17/04/2024 Ins. Annamaria Villano
MAGGIO CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA: difficoltà nella letto-scrittura
MAGGIO CLASSE PRIMA SCUOLA PRIMARIA: difficoltà nella letto-scrittura.
Con l’apprestarsi della fine dell’anno scolastico, si palesano sempre di più le difficoltà nella letto-scrittura di alcuni bambini.
COSA FARE?
Importante è mappare quanto più possibile le aree di fragilità che emergono, per poter predisporre specifici percorsi didattici di potenziamento.
COME?
Somministrando prove specifiche (CMF) o un dettato molto semplice come quello delle 16 parole (consulta la sezione AUTOFORMAZIONE) predisposto dal prof. Giacomo Stella e dai suoi collaboratori. Per approfondimenti e istruzioni sulle modalità di somministrazione ricercare sul web.
Inoltre, l’insegnante deve osservare se il bambino ha acquisito:
la fusione sillabica, fondamentale per la lettura;
a segmentazione sillabica e fonemica indispensabile per la scrittura.
QUANDO INTERVENIRE?
E’ consigliabile intervenire tempestivamente: alcune scuole organizzano laboratori di potenziamento fonologico durante il mese di giugno o a settembre prima dell’inizio dell’anno scolastico.
L’intervento tempestivo consente agli alunni in difficoltà di compensare le difficoltà e d’iniziare la seconda classe con più slancio e senso di adeguatezza.
IN CHE MODO?
Dopo aver mappato le difficoltà, occorre intervenire sia in modo “sistemico” che “chirurgico”: a volte individuando e stimolando anche una microabilità si riesce a fare leva sull’intero processo di apprendimento della letto-scrittura. Ad es. ci sono alunni che hanno difficoltà nella produzione scritta perché non riescono a segmentare né sillabicamente nè fonematicamente una parola. Se non s’interviene in modo specifico su queste abilità il bambino troverà sempre più ostacoli perché entrando nella fase ortografica (fine prima) dovrà processare parole con strutture fonotattiche sempre più complesse.
Così operando l’insegnante potrà “tirare dentro” sempre più bambini.
In seconda, laddove le difficoltà permangono nonostante gli interventi mirati, il campo essendo più sgombro dagli altri bambini che intanto avranno compensato le difficoltà, farà emergere con più chiarezza eventuali casi di alunni con DSA.
Ins. Annamaria Villano